Informacja

Drogi użytkowniku, aplikacja do prawidłowego działania wymaga obsługi JavaScript. Proszę włącz obsługę JavaScript w Twojej przeglądarce.

English (EN)·Polski (PL)·Yкраїнський (UK)
Przejdź do strony domowej biblioteki Centralna Biblioteka Wojskowa Link otwiera się w nowym oknie Logo biblioteki Prolib Integro - strona głównaCentralna Biblioteka Wojskowa

Wyszukujesz frazę "Kiejza, Andrzej" wg kryterium: Autor

  Lista filtrów
Wyrównaj
    Wyświetlanie 1-3 z 3
    Tytuł:
    Królestwo i królowanie według Księgi Apokalipsy
    Autorzy:
    Kiejza, Andrzej
    Powiązania:
    https://bibliotekanauki.pl/articles/1178481.pdf
    Data publikacji:
    2001
    Wydawca:
    Katolicki Uniwersytet Lubelski Jana Pawła II
    Tematy:
    Apokalipsa św. Jana
    królestwo
    Revelation
    kingdom
    Opis:
    Sostantivo basileia, presente nella proclamazione di Gesù sotto forma basileia tou Theou, oppure basileia ton ouranon, esprime piuttosto una realtà personale di Dio e di Gesu, e non soltanto geografica. Spesso siamo tentati di pensare piu a questa ultima. Nel libro dell'Apocalisse il regno apartiene a Dio a Christo (Ap 11, 15; 12; 10). Tutto quello che si svolge nella storia umana non e altro che realizzazione del Loro potere regale. C’e un’altro regno, che puó essere chiamato un «anti-regno», quello di Bestia (Ap 16, 10; 11, 17. 18). Ma anche i cristiani sono chiamati basileia (Ap 1, 6; 5, 10; Ap 20, 6 esprime lo stesso ma nella forma verbale). Il loro essere «regno» e uno stato strettamente legato a Dio e a Cristo. Questo e avvenuto grazie alla morte violenta di Gesù (Ap 1, 5; 5, 9). La loro dignità è „indirizzata” a Dio e ora si esprime nella missione che  svolgono sulla terra (Ap 20, 6). Finalmente, nella realtà escatologica, loro avranno parte in una piena realizzazione di quello che già stanno sperimantando. Questo articolo cerca di provare che per i cristiani „essere regno”, nel contesto della storia, è un compito da svolgere e non una dignita da godere. II ció si attua nella tensione tra opposizione alla Bestia a tra stretto legame a Dio e a Cristo.
    Źródło:
    The Biblical Annals; 2001, 48, 1; 145-157
    2083-2222
    2451-2168
    Pojawia się w:
    The Biblical Annals
    Dostawca treści:
    Biblioteka Nauki
    Artykuł
    Tytuł:
    Zbawienie w ujęciu Ap 7, 9-17
    Autorzy:
    Kiejza, Andrzej
    Powiązania:
    https://bibliotekanauki.pl/articles/1177848.pdf
    Data publikacji:
    2000
    Wydawca:
    Katolicki Uniwersytet Lubelski Jana Pawła II
    Tematy:
    zbawienie
    Ap 7
    9-17
    salvation
    Rev 7
    Opis:
    Nell’arco dell’Apocalisse viene usato termine greco so¯ te¯ria, cioè salvezza, che ha una portata rilevante in tutto il Nuovo Testamento. Ma ci si chiede quale sia il senso vero e proprio di questo termine nel contesto di Ap 7, 9-17. Inserito nella visione di „grande folla che nessuno poteva contare” termine salvezza sembra di aver acquistato un senso che allude solamente alla liberazione da sofferenza terrena, causata in parte dal mondo ostile a Dio e a tutti i suoi fedeli. Tuttavia elementi simbolici adoperati nella visione ci permettono di trarre conclusioni molto più ampie. Infatti salvezza, pur essendo ancora non finalmente compiuta – come si vedrà soltanto alla fine del libro nella visione finale di Gerusalemme celeste con tutti i suoi dettagli − nondimeno essa già esprime uno stato dei fedeli che è definitamente nuovo, riguardo al loro stato precedente, ed è in stesso tempo escatologico. Autore dell’Apocalisse presenta un’escatologia realizzata, cioè dal momento dell’offerta compiuta dall’Agnello essa è già presente nella storia. Questi due livelli: uno futuro e completo e altro realizzato ma ancora da compiersi finalmente in mondo nuovo si intrecciano a vicenda. Lo si osserva chiaramente per quanto riguarda il termine salvezza. Conclusioni che si possono fare alla base di lettura dell’Ap 7, 9-17 ci aiutano a definire la salvezza dei fedeli come uno stato realizzato da Dio e da Agnello. In questo senso la salvezza appartiene a Loro secondo espressione del libro. I fedeli invece, in questo loro stato da salvati, hanno accesso alla comunione con Dio e Agnello che significa che hanno piena partecipazione ai beni spirituali ed eterni e − da altra parte – questo vuol dire un radicale cambiamento del loro stato precedente caratterizzato dalla sofferenza e ostilità da parte del mondo.
    Źródło:
    The Biblical Annals; 2000, 47, 1; 171-186
    2083-2222
    2451-2168
    Pojawia się w:
    The Biblical Annals
    Dostawca treści:
    Biblioteka Nauki
    Artykuł
    Tytuł:
    Bóg jako ojciec według Apokalipsy św. Jana
    Autorzy:
    Kiejza, Andrzej
    Powiązania:
    https://bibliotekanauki.pl/articles/1178459.pdf
    Data publikacji:
    2002
    Wydawca:
    Katolicki Uniwersytet Lubelski Jana Pawła II
    Tematy:
    Apokalipsa
    Bóg
    Bóg Ojciec
    Chrystus
    chrześcijanie
    Apocalipse
    God
    God as Father
    Christ
    christians
    Opis:
    Immagine generale di Dio nel libro dell’Apocalisse non sembra di portare gli elementi della Sua paterna bontà, secondo presentazione che si trova nei Vangeli. Dio di Apocalisse, seduto sul trono, sembra di essere fuori della storia umana. Eppure, nonostante questa prima e prevalente impressione, Dio rimane padre, anche per l’autore di Apocalisse. In questo libro Dio viene chiamato padre cinque volte. Lo chiama così Cristo stesso (Ap 2, 28; 3, 5. 21) e Cristiani (1, 6; 14, 1). Dio è chiamato padre di Cristo in maniera diretta. Questa relazione è naturale. I cristiani non Lo chiamano „Padre nostro” ma padre di Gesù. Di questo fatto può sembrare che non Lo roconoscono come padre di loro stessi. Analisi dei testi, dove ricorre il termine pate¯r rivolto a Dio, ci fa vedere che Gesù, grazie alla sua morte, fa entrare i cristiani nel circolo della paterna presenza di Dio. Per ora questa si attua, tramite rivelazione, nella promessa di piena comunità pronta a verificarsi nella realtà escatologica. I cristiani, parlando di padre di Gesù, Lo riconoscono come tale anche per loro stessi, anche se in maniera più implicita. Alla fine del libro, quando − secondo la visione profetica dell’autore si compie la storia del mondo – c’è una immagine di Dio che nella realtà celeste acetta i cristiani vincitori nella vita eterna. E proprio in questo momento loro vengono chiamati „i suoi figli” (Ap 21, 7), di ciò si arriva alla conclusione che Lui è loro Padre. Dio, secondo Apocalisse, è Padre quando compie il suo piano salvifico nella storia del mondo e lo rimane ancora più chiaramente nella realtà escatologica.
    Źródło:
    The Biblical Annals; 2002, 49, 1; 129-146
    2083-2222
    2451-2168
    Pojawia się w:
    The Biblical Annals
    Dostawca treści:
    Biblioteka Nauki
    Artykuł
      Wyświetlanie 1-3 z 3

      Ta witryna wykorzystuje pliki cookies do przechowywania informacji na Twoim komputerze. Pliki cookies stosujemy w celu świadczenia usług na najwyższym poziomie, w tym w sposób dostosowany do indywidualnych potrzeb. Korzystanie z witryny bez zmiany ustawień dotyczących cookies oznacza, że będą one zamieszczane w Twoim komputerze. W każdym momencie możesz dokonać zmiany ustawień dotyczących cookies