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Wyszukujesz frazę "Grazia Deledda" wg kryterium: Temat


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Tytuł:
Proibito di Mario Monicelli tratto da La madre di Grazia Deledda come esempio di “western deleddiano”
Mario Monicelli’s Proibito Based on Grazia Deledda’s La madre: A Case Study of the ‘Deleddian Western’
Autorzy:
Baszak-Glebow, Ewa
La Rosa, Gabriele
Powiązania:
https://bibliotekanauki.pl/articles/34670931.pdf
Data publikacji:
2024-06-30
Wydawca:
Wydawnictwo Adam Marszałek
Tematy:
film adaptation
Mario Monicelli
Grazia Deledda
Deleddian western
Sardinia
adattamento cinematografico
Monicelli
Deledda
western deleddiano
Sardegna
Opis:
In the 1950s, films inspired by the work of Grazia Deledda and, at the same time, by the western genre appeared. Called ‘the Deleddian westerns,’ they typically featured the conquest of a wild environment, submission to the laws of nature, the primacy of local unwritten customary laws over the official law of the state (bound up with the frequent motif of justice), and stories of outlaws from the early 20th century. In the article, we analyse Mario Monicelli’s film Proibito (1954; Forbidden), inspired by Deledda’s novel La madre (1919; The Mother). Thematising justice, Proibito is a story of bandits and a priest who must intervene for the sake of peace and the good of the community. The film’s plot transports viewers to the non-existent Sardinian Far West and goes beyond the concerns of Deledda’s novel. Though coming closer to American cinema and the western film model of the time, Forbidden went down in the history of Sardinian cinema for its realistic and non-invasive portrayals of Sardinia’s iconic symbols, such as nuraghes, village churches, costumes, and local festivals. In this article, we compare the novel and the film to conclude that the two substantially differ in their renderings of the character of the mother and her relationship with her son, his inner conflict, religion, and superstition. All these aspects are absent or marginalised in the film.
Negli anni Cinquanta, sono apparsi film ispirati all’opera di Grazia Deledda, con elementi caratteristici del genere western. Tale genere è chiamato “western deleddiano” e presenta la conquista di un ambiente selvaggio, la sottomissione alle leggi della natura, e la supremazia della legge consuetudinaria locale rispetto alla legge dello Stato (legato al ricorrente motivo della giustizia) e storie di banditi del primo Novecento. Nell’articolo si analizza il film Proibito (1954) di Mario Monicelli, ispirato al romanzo La madre (1919) di Grazia Deledda. Tematizzando l’argomento della giustizia, Proibito è una storia di banditi e di un prete che deve intervenire in nome della pace, per il bene della comunità. La trama del film trasporta lo spettatore nell’“inesistente” Far West sardo andando però ben oltre le preoccupazioni del romanzo di Deledda, nel quale tutto ruota attorno alla figura della madre e al suo rapporto col figlio, al dissidio interiore di quest’ultimo (tra passione per Agnese e i suoi doveri da religioso), nonché alla presenza della religione e della superstizione. Pur avvicinandosi al cinema americano e al modello cinematografico occidentale dell’epoca, Proibito è passato alla storia del cinema sardo per la rappresentazione realistica e non invasiva dei simboli della Sardegna, come i nuraghi, le chiese di paese, i costumi e le feste locali. In questo articolo, confrontiamo il romanzo e il film per concludere che le due opere differiscono sostanzialmente nell’interpretazione del personaggio della madre e del suo rapporto con il figlio, del suo conflitto interiore, della religione e della superstizione. Tutti questi aspetti sono assenti o marginalizzati nel film.
Źródło:
Italica Wratislaviensia; 2024, 15.1; 127-150
2084-4514
Pojawia się w:
Italica Wratislaviensia
Dostawca treści:
Biblioteka Nauki
Artykuł
Tytuł:
Il perturbante come strategia sovversiva: realismo magico ed elementi fantastici nei Racconti sardi di Grazia Deledda
The Uncanny as a Subversive Strategy: Magic Realism and Fantastic Elements in Grazia Deledda’s Racconti sardi
Autorzy:
Gorgojo-Iglesias, Raisa
Powiązania:
https://bibliotekanauki.pl/articles/34670925.pdf
Data publikacji:
2024-06-30
Wydawca:
Wydawnictwo Adam Marszałek
Tematy:
Grazia Deledda
magic realism
fantastic literature
literary foremothers
feminist literary criticism
realismo magico
letteratura fantastica
antenate letterarie
critica letteraria femminista
Opis:
This paper discusses the absence of Grazia Deledda both in Spanish university curricula and on the Spanish publishing market, an oblivion shared by other female authors of her time. This exclusion has a dual cause: the writers’ gender and the literary genre they cultivated. In this study, I offer a new reading of Deledda’s Racconti sardi (1894) through a critical analysis of its architectural elements, resonating with magic realism and the fantastic genre. These elements fit within the aesthetics of the liminal (Tomassini, 1992), which seeks to reinterpret the history of otherness as opposed to normative and legitimised histories. While magic realism proposes a world tailored to the experience of the other, which belies the official truth, the fantastic highlights the flaws of the uniform conception of reality. Such narratives may convey a subversive, albeit often overlooked, message as the mechanisms of the genres of the non-real promote readers’ estrangement, a revision of the contract of fiction and, therefore, multiple levels of reading. These accomplishments make Deledda a classic author whose narrative production, which starts from the local to become universal, is worth continual re-reading.
Questo studio nasce dalla constatazione dell’assenza di Grazia Deledda sia dai curricula delle università spagnole sia dal mercato editoriale della Spagna. Tale oblio è stato subìto da altre autrici di varie nazionalità a lei contemporanee e ha una doppia origine: il loro genere e il genere letterario che esplorano. La produzione di studi accademici che analizzano l’opera di Grazia Deledda contribuirà al suo concreto inserimento in specifiche sezioni del programma di studi, oltre a fornire una base per la promozione e la diffusione della sua opera sul piano editoriale. Con questo obiettivo, il presente studio si propone di offrire una nuova lettura dei Racconti sardi (1894) di Grazia Deledda attraverso un’analisi critica della sua architettura, tra realismo magico e genere fantastico, all’interno di quella che potrebbe anche essere definita l’estetica del limite (Tomassini, 1992). Il fantastico o perturbante e il realismo magico tentano di rielaborare la storia dell’alterità in contrapposizione alle storie normative e legittimate, proponendo un mondo a misura dell’esperienza dell’altro che rifiuta la verità ufficiale, nel caso del realismo magico, o sottolineando i difetti della concezione univoca della realtà, nel caso del fantastico. Si tratta di narrazioni che, in un secondo livello di lettura, possono presentare un potenziale messaggio sovversivo che passa inosservato grazie ai meccanismi dei generi del non reale, meccanismi che permettono un allontanamento del lettore, una riformulazione del patto di finzione e, quindi, molteplici livelli di lettura che, in sostanza, fanno di Deledda un’autrice classica, meritevole di continue riletture, la cui narrazione parte dal locale per diventare universale.
Źródło:
Italica Wratislaviensia; 2024, 15.1; 85-104
2084-4514
Pojawia się w:
Italica Wratislaviensia
Dostawca treści:
Biblioteka Nauki
Artykuł
Tytuł:
Le “pagine sempre mediocri” di un premio Nobel per la letteratura. Excursus nella critica deleddiana del suo tempo
The ‘Always Mediocre’ Writing of a Nobel Laureate in Literature: The Critical Reception of Grazia Deledda
Autorzy:
Bordry, Marguerite
Powiązania:
https://bibliotekanauki.pl/articles/34670923.pdf
Data publikacji:
2024-06-30
Wydawca:
Wydawnictwo Adam Marszałek
Tematy:
Grazia Deledda
women’s writing
gender stereotypes
regionalism
exclusion from the literary canon
scrittura femminile
stereotipi di genere
regionalismo
esclusione dal canone
Opis:
The reception of the work of Grazia Deledda (1871–1936) is a conspicuous paradox. Although she was a successful author and a Nobel Prize winner (1926), she is little known and little studied, especially when compared with the other Nobel laureates, in particular male ones. My aim is to investigate the origins of Deledda’s ‘misfortune’ by exploring the common issues critics raised with respect to Deledda’s books in her day. One of those was, prominently, Deledda’s alleged imperfect style, a recurring theme in criticism throughout her career. Also, the Sardinian dimension of her works left no critic indifferent and led to her writing often being reduced to ‘regional’ or ‘folkloric.’ Many critics insisted that Deledda’s Sardinia, little known on the ‘Continent’ at the time, enjoyed considerable success precisely because of its ‘exotic’ quality. Finally, Deledda’s status as a woman writer was a salient factor in the reception of her work. Indeed, critics tended to adopt a condescending, or even sexist, tone, whether their assessment of Deledda’s work was favourable or detractive, which was a real commonplace in the reception of women authors back then. My aim is to investigate the role of these issues in the exclusion from the canon of a writer who has remained unique in Italian literature to this day.
La ricezione dell’opera di Grazia Deledda (1871–1936) costituisce un vistoso paradosso. Sebbene sia stata un’autrice di successo, la prima e unica scrittrice italiana ad aver vinto il Premio Nobel per la letteratura (1926), è indubbiamente oggi la meno nota dei vincitori italiani del Nobel. Fu perfino derisa da colui che avrebbe vinto il Nobel dopo di lei, Luigi Pirandello, autore di un romanzo che la ridicolizza apertamente. Grazia Deledda rimane tuttora poco nota e decisamente poco studiata, soprattutto se paragonata agli altri vincitori del Nobel – non a caso tutti maschi. In questo articolo si indagano le origini della “sfortuna” deleddiana esplorando la critica coeva e concentrandoci sui temi che accomunano i critici. Primo fra tutti il suo presunto brutto stile, un tema ricorrente nei giudizi critici. La dimensione sarda delle sue opere, poi, non lascia nessun critico indifferente e la conduce a essere spesso ridotta alla parte di autrice “regionale” o “folkloristica”. Per molti, la Sardegna di Grazia Deledda, ancora poco nota nel “continente”, riscuote un successo notevole proprio per via della propria dimensione “esotica”. Infine il suo stesso statuto di autrice entra in gioco nella ricezione della sua opera. Come spesso accadeva all’epoca, si notano in effetti ricorrenti osservazioni condiscendenti, o addirittura sessiste, da parte dei critici, favorevoli o meno, il che costituisce un vero e proprio luogo comune nella ricezione delle autrici del tempo. L’intento è dunque di indagare il ruolo di questi temi nell’esclusione dal canone di quella che rimane ancora oggi un caso unico nella letteratura italiana.
Źródło:
Italica Wratislaviensia; 2024, 15.1; 66-84
2084-4514
Pojawia się w:
Italica Wratislaviensia
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Biblioteka Nauki
Artykuł
Tytuł:
Le traduzioni polacche delle novelle di Grazia Deledda (1906–1939)
Polish Translations of Grazia Deledda’s Short Stories (1906–1939)
Autorzy:
Łukaszewicz, Justyna
Powiązania:
https://bibliotekanauki.pl/articles/34670928.pdf
Data publikacji:
2024-06-30
Wydawca:
Wydawnictwo Adam Marszałek
Tematy:
Grazia Deledda
short stories
literary translation
translation from Italian into Polish
literary image
novelle
traduzione letteraria
traduzione dall’italiano al polacco
immagine letteraria
Opis:
The paper is devoted to the editorial and translation history of Grazia Deledda’s short stories in Poland before the Second World War, a topic barely touched upon in scholarship so far. I establish which original collections were most successful and examine the circumstances of the publication of the translations, taking into consideration the translators and the profiles of the journals that published the eleven translated short stories. My study of the translations themselves focuses on the translators’ approach to Italian and Sardinian nature and culture and identifies elements that were eliminated, reproduced without explanation, or explained by means of notes. My findings are that only one translation is equipped with footnotes, that the local colour is largely rendered in translation, and that major losses in translation include some elements of descriptions of landscapes and characters.
Il saggio è dedicato alla fortuna editoriale e traduttiva della novellistica deleddiana in Polonia prima della Seconda guerra mondiale, un argomento finora poco studiato. Si stabilisce quali siano state le raccolte originali più fortunate; si esaminano altresì le circostanze della pubblicazione delle traduzioni, prendendo in considerazione le figure dei traduttori e il profilo delle riviste che hanno accolto le undici novelle tradotte. Lo studio delle traduzioni si focalizza sull’approccio dei traduttori nei confronti della natura e della cultura italiana e sarda per approfondire la questione delle scelte traduttive. Ci si chiede in particolare quali elementi sono stati eliminati, quali invece sono stati riprodotti senza spiegazioni o spiegati con uso di note. L’indagine qui condotta ha portato alla conclusione che solo una fra le traduzioni esaminate contiene delle note à piè di pagina, che il colorito locale è stato in gran parte rispettato e che le perdite interessano maggiormente gli elementi descrittivi relativi a paesaggi e personaggi.
Źródło:
Italica Wratislaviensia; 2024, 15.1; 105-126
2084-4514
Pojawia się w:
Italica Wratislaviensia
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Artykuł
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