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Wyszukujesz frazę "Giacomo Leopardi in Polonia" wg kryterium: Temat


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Tytuł:
Rappresentazioni mentali e serie interpretative. L’infinito e Alla luna in polacco
Mental Representations and Interpretative Series: Giacomo Leopardi’s L’Infinito and Alla luna in Polish
Autorzy:
Ceccherelli, Andrea
Powiązania:
https://bibliotekanauki.pl/articles/2162250.pdf
Data publikacji:
2022-12-31
Wydawca:
Wydawnictwo Adam Marszałek
Tematy:
Giacomo Leopardi in Poland
mental representation
cognitivism and translation
stereotypes in translation
intentio interpretis
Giacomo Leopardi in Polonia
rappresentazione mentale
cognitivismo e traduzione
stereotipi in traduzione
Opis:
The article examines the Polish ‘translation series’ of two idylls by Giacomo Leopardi: L’infinito and Alla luna, focusing on selected linguistic and cultural factors behind the translators’ choices. In L’Infinito, one notices a recurrent difficulty in effectively rendering the alternation of the demonstratives questo and quello and the key metaphor of naufragare. In both cases, the purported Polish lexical counterparts fail to produce an adequate mental representation, and as a result the scene constructed by the translators hardly conveys the scene constructed by the author. For their part, the Polish versions of Alla luna display a striking interpretative tradition of the last verse, with the second che in ‘ancor che triste e che l’affanno duri’ understood by all translators in an optative sense (as a wish), rather than in a concessive sense. Having used the variantist approach to show that the intentio auctoris unequivocally provides a concessive phrase and that the intentio operis does not admit the stereotype of masochism (a degeneration of the topos of Leopardi as a Weltschmerz poet), I focus on the intentio interpretis (a specific form of intentio lectoris) and argue that this tradition of translatory infidelity stems not only from the probable reliance of each version on its predecessor(s) (typical of what textual philology calls ‘conjunctive errors’), but also – given the absence of such an interpretative tradition in other languages and cultures – from the Polish translators’s unconscious mental predisposition to accept such a misrepresentation. The roots of this predisposition are to be found in the history of Polish culture as it has been formed – and deformed – since the 19th century, when the cult of suffering became central to it.
L’articolo prende in esame le “serie traduttive” polacche di due idilli di Leopardi: L’infinito e Alla luna, concentrandosi su alcuni fattori linguistici e culturali che condizionano i traduttori, indirizzando le loro scelte. In particolare, nell’Infinito si nota una difficoltà a rendere l’alternanza dei dimostrativi “questo” e “quello” e la metafora chiave del “naufragare”: in entrambi i casi la lingua polacca pone ostacoli in termini di rappresentazione mentale suggerita dai presunti equivalenti lessicali, con la conseguenza che la scena costruita dai traduttori fatica a porsi come equivalente rispetto alla scena costruita dall’autore. Nelle versioni polacche di Alla luna colpisce invece la tradizione interpretativa riguardante l’ultimo verso: il secondo “che” di “ancor che triste e che l’affanno duri” è infatti inteso da tutti i traduttori in senso ottativo – come un auspicio. Dopo aver mostrato, tramite la variantistica, che l’intentio auctoris prevede inequivocabilmente una frase concessiva e che l’intentio operis non ammette lo stereotipo del masochismo (degenerazione del topos di Leopardi cantore del Weltschmerz), l’articolo si concentra sulla intentio interpretis (forma specifica di intentio lectoris), ipotizzando che all’origine di tale tradizione di tradimento traduttivo vi sia non solo la probabile dipendenza di ogni versione da una o più di quelle che la precedono (come è il caso di quelli che la filologia testuale chiama “errori congiuntivi”), ma anche – a fronte dell’assenza di tale tradizione interpretativa in altre lingue e culture – un’inconscia predisposizione mentale dei traduttori polacchi ad accettare un simile travisamento; predisposizione le cui radici sono da cercare nella storia della cultura polacca quale si è andata formando – e deformando – a partire dall’Ottocento, soprattutto in riferimento al ruolo che in essa occupa da allora il culto della sofferenza.
Źródło:
Italica Wratislaviensia; 2022, 13.2; 15-34
2084-4514
Pojawia się w:
Italica Wratislaviensia
Dostawca treści:
Biblioteka Nauki
Artykuł
Tytuł:
Stanisław Brzozowski: lettore di Leopardi
Stanisław Brzozowski: A Reader of Leopardi
Autorzy:
Masi, Leonardo
Powiązania:
https://bibliotekanauki.pl/articles/2162248.pdf
Data publikacji:
2022-12-31
Wydawca:
Wydawnictwo Adam Marszałek
Tematy:
Stanisław Brzozowski
Giacomo Leopardi
Polish-Italian cultural relations
Polish writers
in Florence
Młoda Polska
relazioni culturali italo-polacche
scrittori
polacchi a Firenze
Młoda Polska/Giovane Polonia
Opis:
Polish philosopher Stanisław Brzozowski (1878–1911) spent the last five years of his life almost entirely in Italy (in Nervi and in Florence). The article traces back the chronology of his encounter with Italian culture, also explaining his idea of culture. In particular, his reading of Giacomo Leopardi is examined. Leopardi had been known in Poland since the 1880s, mainly through Edward Porębowicz’s translation of his poems, but Brzozowski in all probability first read him in Nervi in 1907. Subsequently, he mentioned Leopardi a few times in his own writings. These references are highly significant as they offer an original interpretation, which is not influenced by the ‘existentialist’ reading dominant at the beginning of the twentieth century. Instead, Brzozowski foregrounds other aspects of Leopardi’s philosophy, including his connection with Italian history and culture of the past (Brzozowski considered Leopardi’s demystifying urge interwoven with patriotic feelings to be a recommendable model for the moral renewal of Poland), the materialist and ‘pre-communist’ element, and the enigmatic juxtaposition of the figure of Leopardi and that of the Buddha. In the article, I compare these insights with other contemporaneous and prior readings of Leopardi (von Meysenbug, De Sanctis, Labriola, and Croce) in order to show that some of Brzozowski’s intuitions anticipated interpretations of Leopardi proposed by intellectuals in the following decades (from Rensi to Cioran). Brzozowski’s readings of Leopardi are retraced on the basis of the Polish philosopher’s correspondence, his published works, unpublished manuscripts and notes and by consulting the check-out log book of the Gabinetto di Lettura Vieusseux in Florence.
Stanisław Brzozowski (1878‒1911) trascorse quasi interamente in Italia gli ultimi cinque anni della sua vita (a Nervi e soprattutto a Firenze). Nell’articolo si ricostruisce una cronologia del suo incontro con la cultura italiana, spiegando anche quale fosse l’idea di cultura secondo il filosofo polacco. In particolare viene esaminata la sua lettura di Giacomo Leopardi. Il poeta italiano era conosciuto in Polonia, soprattutto grazie alla traduzione di Edward Porębowicz, fin dagli anni Ottanta dell’ Ottocento, ma Brzozowski vi si accostò probabilmente per la prima volta a Nervi nel 1907. Successivamente menzionerà nei propri scritti Leopardi poche volte, ma in maniera molto significativa, fornendone un’interpretazione originale, che non è influenzata dalla lettura “esistenzialista” dominante a inizio Novecento, ma sposta in primo piano altri aspetti della filosofia del poeta: il suo legame con la storia e la cultura italiana del passato, nel quale la carica demistificatoria si fonda con l’incitamento a sentimenti patriottici (una posizione che per Brzozowski dovrebbe fungere da modello per un rinnovamento anche in Polonia); l’elemento materialista e “pre-comunista”; l’accostamento alla figura del Buddha. In questo articolo confrontiamo queste intuizioni con altre letture di Leopardi fatte in quegli anni e nel secolo precedente (von Meysenbug, De Sanctis, Labriola, Croce), per mostrare come alcune idee di Brzozowski anticipino letture di Leopardi fatte da altri intellettuali nei decenni successivi (da Giuseppe Rensi a Emil Cioran). La ricostruzione delle letture di Leopardi da parte di Brzozowski è effettuata sulla base della corrispondenza del filosofo polacco, dei suoi lavori pubblicati e dei manoscritti inediti, dei suoi appunti, nonché dalla consultazione del libro dei prestiti del Gabinetto di Lettura Vieusseux di Firenze.
Źródło:
Italica Wratislaviensia; 2022, 13.2; 61-83
2084-4514
Pojawia się w:
Italica Wratislaviensia
Dostawca treści:
Biblioteka Nauki
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