- Tytuł:
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Verona dei viaggiatori polacchi (XVII–XIX secolo)
The Verona of polish travellers (17th–19th centuries) - Autorzy:
- Wrześniak, Małgorzata
- Powiązania:
- https://bibliotekanauki.pl/articles/1929898.pdf
- Data publikacji:
- 2021-06-30
- Wydawca:
- Wydawnictwo Adam Marszałek
- Tematy:
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Verona
Polish travellers
Grand Tour
Romeo and Juliet
Roman amphitheatre
viaggiatori polacchi
Romeo e Giulietta
anfiteatro romano - Opis:
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The study presents the first analysis of the descriptions of Verona and the works of art collected in the city in the accounts of Polish travellers from the 17th to 19th centuries. As the researched source material shows, initially Poles visited the city only while passing through, on their way to Venice, stopping for a moment to see the only object “worth seeing”: the 1st-century Roman amphitheatre located in the city centre. At that time, the descriptions of the city are laconic, as Verona was considered “secondary” in Italy. Only in the era of the Grand Tour, and especially in the second half of the 18th century, did Polish travellers intentionally visit Verona. They employed an experienced tour guide from the Bevilacqua family (recommended to their countrymen by Ignacy Potocki). They used specialised literature (Torello Saraina’s Dell’origine et ampiezza della città di Verona, Verona 1586; Scipione Maffei’s Verona illustrata e Museum veronense hoc est antiquarum inscriptionum atque anaglyphorum collectio, Verona 1749; and Giovanni Battista Da Persico’s Descrizione di Verona e della sua provincia, Verona 1820), the purchase of which became one of the goals of a visit to Verona. In the 18th century, the sightseeing route (reconstructed based on the accounts of Katarzyna Plater) included ancient architecture (Roman amphitheatre; Borsari Gate; Vitruvius Arch; Gavi Arch), museum collections (ancient art by Scipione Maffei; collections of paintings and sculptures of the Bevilacqua family; and Francesco Calzolar’s Theatrum naturae, where the most admired objects were fossils from Monte Bolca), the modern architecture of Michele Sanmicheli (Palio Gate and Cappella Pellegrini), and Venetian paintings (Tintoretto and Veronese). Only in the 19th century did the church of San Zeno appear among Verona’s must-see sites, described in detail as an excellent and rare example of Romanesque architecture; the house and tomb of Juliet was also included, though its state of preservation was completely inadequate to the image of Shakespeare’s drama and it tended to disappoint travellers.
Il saggio presenta la prima analisi delle descrizioni di Verona e delle opere d’arte raccolte in città nei racconti dei viaggiatori polacchi del XVII-XIX secolo. Come risulta dalle ricerche effettuate, inizialmente i polacchi visitano la città solo di passaggio, sulla strada per Venezia, fermandosi qui per un momento per vedere l’unico oggetto “degno di essere visto”: l’anfiteatro romano del I secolo situato nel centro della città. A quel tempo le descrizioni della città erano laconiche, in quanto era considerata “secondaria” in Italia. Solo all’epoca del Grand Tour, e soprattutto nella seconda metà del Settecento, i viaggiatori polacchi si dirigono intenzionalmente a Verona. Usano un cicerone consigliato da Ignacy Potocki. Utilizzano letteratura specializzata (Torello Saraina, Dell’origine et ampiezza della città di Verona, Verona 1586, Scipione Maffei, Verona illustrata e Museum veronense hoc est antiquarum inscriptionum atque anaglyphorum collectio, Verona 1749 e Giovanni Battista Da Persico, Descrizione di Verona e della sua provincia, Verona 1820), il cui acquisto diventa uno degli obiettivi di una visita a Verona. Nel XVIII secolo, il percorso turistico (ricostruito sulla base del racconto di Katarzyna Platerowa de domo Sosnowska) comprendeva opere antiche (anfiteatro romano, Porta Borsari, Arco di Vitruvio, Arco Gavi), collezioni museali: arte antica di Scipione Maffei, collezione di dipinti e sculture della famiglia Bevilacqua e il Theatrum naturae di Francesco Calzolari, dove i più ammirati erano i fossili del Monte Bolca, e l’architettura moderna di Michele Sanmicheli (Porta Palio, cappella Pellegrini) e la pittura veneziana (Tintoretto, Veronese). Solo nell’Ottocento, tra i must see veronesi apparve la chiesa di San Zeno, descritta nei minimi dettagli come un eccellente e raro esempio di architettura romanica, e la casa e tomba di Giulietta, il cui stato di conservazione, del tutto inadeguato all’immagine del dramma di Shakespeare, delude i viaggiatori. - Źródło:
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Italica Wratislaviensia; 2021, 12.1; 141-159
2084-4514 - Pojawia się w:
- Italica Wratislaviensia
- Dostawca treści:
- Biblioteka Nauki