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Tytuł:
Julia Dickstein-Wieleżyńska e la storia editoriale della prima traduzione completa dei Canti in polacco
Julia Dickstein-Wieleżyńska and the Editorial History of the First Polish Translation of Giacomo Leopardi’s Canti
Autorzy:
Kłos, Anita
Powiązania:
https://bibliotekanauki.pl/articles/2162249.pdf
Data publikacji:
2022-12-31
Wydawca:
Wydawnictwo Adam Marszałek
Tematy:
Giacomo Leopardi
Julia Dickstein-Wieleżyńska
Raffaele Pettazzoni
literary translation
collaboration and translation
traduzione
letteraria
traduzione e genere
traduzione e collaborazione
Opis:
The paper focuses on the long and complex editorial history of the first complete translation of Giacomo Leopardi’s Canti into Polish. Entitled Poezje and published by Instytut Wydawniczy ‘Biblioteka Polska’ in 1938, the volume was translated by Julia Dickstein-Wieleżyńska (1881–1948), a polyglot, poet, organiser of cultural events, feminist activist and literature and philosophy scholar. Dickstein-Wieleżyńska’s letters to Raffaele Pettazzoni (1883–1959), her close friend and mentor and himself an eminent scholar of religions, suggest that the original idea of the book as conceived in the early 1920s also envisaged the inclusion of translations by Edward Porębowicz (1862–1937), which had been made for his 1887 collection of Leopardi’s writings. Although Porębowicz had withdrawn his permission for publishing his versions in 1924 and Dickstein-Wielżyńska had to translate another eighteen poems, the manuscript was ready for printing at the beginning of 1925. Drawing on archival resources, the author investigates the reasons behind the conspicuous temporal distance between the drafting of the translations and their publication in the volume of Poezje. Examined from the perspective of recent translation and collaboration studies, Wieleżyńska’s letters shed some new light not only on the agents, modes and circumstances of translation and editorial work in the early twentieth century, but also on the position of women in the cultural and academic hierarchies of the time.
Lo studio si concentra sulla lunga e travagliata storia editoriale della prima edizione completa dei Canti leopardiani in polacco, ad opera di Julia Dickstein-Wieleżyńska (1881–1948), traduttrice poliglotta, poetessa, animatrice della vita culturale, attivista femminista e studiosa di letteratura e filosofia. Il volume, intitolato Poezje, fu pubblicato nel 1938 presso la casa editrice Instytut Wydawniczy “Biblioteka Polska”. Eppure dalle lettere inedite di Dickstein-Wieleżyńska a Raffaele Pettazzoni (1883–1959), eminente studioso delle religioni e suo caro amico e mentore, risulta che nel progetto originario, risalente all’inizio degli anni Venti del Novecento, nella raccolta dovevano esser incluse le traduzioni di Edward Porębowicz (1862–1937), studioso delle lingue e delle letterature romanze, eseguite per la sua selezione di scritti leopardiani del 1887. Nonostante che Porębowicz avesse ritirato il permesso per la pubblicazione dei suoi testi nel 1924 e Dicksteinówna fosse stata costretta a tradurre altre diciotto poesie, il volume era stato approntato per le stampe all’inizio del 1925. Basandosi su materiali di archivio, l’autrice indaga sui motivi di questa cospicua distanza tra la stesura dei testi e la pubblicazione del volume. Esaminate nella prospettiva dei recenti studi sulla traduzione, le lettere di Wieleżyńska gettano una nuova luce non solo su agenti, modi e circostanze del lavoro traduttivo ed editoriale nel primo Novecento, ma anche sulla posizione delle donne nelle gerarchie culturali e accademiche dell’epoca.
Źródło:
Italica Wratislaviensia; 2022, 13.2; 35-60
2084-4514
Pojawia się w:
Italica Wratislaviensia
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Artykuł
Tytuł:
Le traduzioni polacche delle novelle di Grazia Deledda (1906–1939)
Polish Translations of Grazia Deledda’s Short Stories (1906–1939)
Autorzy:
Łukaszewicz, Justyna
Powiązania:
https://bibliotekanauki.pl/articles/34670928.pdf
Data publikacji:
2024-06-30
Wydawca:
Wydawnictwo Adam Marszałek
Tematy:
Grazia Deledda
short stories
literary translation
translation from Italian into Polish
literary image
novelle
traduzione letteraria
traduzione dall’italiano al polacco
immagine letteraria
Opis:
The paper is devoted to the editorial and translation history of Grazia Deledda’s short stories in Poland before the Second World War, a topic barely touched upon in scholarship so far. I establish which original collections were most successful and examine the circumstances of the publication of the translations, taking into consideration the translators and the profiles of the journals that published the eleven translated short stories. My study of the translations themselves focuses on the translators’ approach to Italian and Sardinian nature and culture and identifies elements that were eliminated, reproduced without explanation, or explained by means of notes. My findings are that only one translation is equipped with footnotes, that the local colour is largely rendered in translation, and that major losses in translation include some elements of descriptions of landscapes and characters.
Il saggio è dedicato alla fortuna editoriale e traduttiva della novellistica deleddiana in Polonia prima della Seconda guerra mondiale, un argomento finora poco studiato. Si stabilisce quali siano state le raccolte originali più fortunate; si esaminano altresì le circostanze della pubblicazione delle traduzioni, prendendo in considerazione le figure dei traduttori e il profilo delle riviste che hanno accolto le undici novelle tradotte. Lo studio delle traduzioni si focalizza sull’approccio dei traduttori nei confronti della natura e della cultura italiana e sarda per approfondire la questione delle scelte traduttive. Ci si chiede in particolare quali elementi sono stati eliminati, quali invece sono stati riprodotti senza spiegazioni o spiegati con uso di note. L’indagine qui condotta ha portato alla conclusione che solo una fra le traduzioni esaminate contiene delle note à piè di pagina, che il colorito locale è stato in gran parte rispettato e che le perdite interessano maggiormente gli elementi descrittivi relativi a paesaggi e personaggi.
Źródło:
Italica Wratislaviensia; 2024, 15.1; 105-126
2084-4514
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Italica Wratislaviensia
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Artykuł
Tytuł:
Considerazioni sulla traduzione polacca delle Novelle di Arrigo Boito
Considerations on the Polish Translation of Arrigo Boito’s Short Stories
Autorzy:
Prola, Dario
Powiązania:
https://bibliotekanauki.pl/articles/34670933.pdf
Data publikacji:
2024-06-30
Wydawca:
Wydawnictwo Adam Marszałek
Tematy:
dualism
Arrigo Boito
Scapigliatura
literary translation
loanwords
technical languages
dualismo
traduzione letteraria
forestierismi
tecnicismi
Opis:
The paper discusses some translation problems in the Polish version of four fantasy short stories by Italian writer and composer Arrigo Boito: ‘Iberia’ (1868), ‘L’alfier nero’ (1868), ‘Il pugno chiuso’ (1870), and ‘Il trapezio’ (1873–1874). The book with their translations by Aleksandra Cypko and Klaudia Sarafin was published by the Cracow-based publishing house Austeria in 2021. The challenges faced in translation work were manifold, starting with the reproduction of Boito’s stylistic and poetic peculiarities in contemporary Polish. In this paper, I first survey the salient features of Boito’s literary Italian and style to focus subsequently on the Polish translators’ solutions for rendering loanwords and technical words and to examine the functions of the notes and the paratextual apparatus of the translations. In the final part of the paper, I address the issue of translating the antinomies underlying Boito’s writing. In this sense, his four short stories represent an ideal expression of the dualistic conception of Scapigliatura, an important artistic movement in which the young Boito was involved. To find metaphors and similes through which to adequately reproduce this dominant feature of Boito’s writing was one of the most difficult challenges for the Polish translators.
L’articolo riguarda alcuni problemi traduttivi emersi dall’analisi della versione polacca di quattro lunghe novelle fantastiche dello scrittore e compositore scapigliato Arrigo Boito: Iberia (1868), L’alfier nero (1868), Il pugno chiuso (1870) e Il trapezio (1873–1874). Il libro, tradotto da Aleksandra Cypko e Klaudia Sarafin, è stato pubblicato nel 2021 dalla casa editrice Austeria di Cracovia. Le sfide affrontate dalle traduttrici durante il lavoro di traduzione sono state molteplici, a partire dalla necessità di riprodurre nel polacco contemporaneo le peculiarità stilistiche e poetiche della scrittura boitiana. Dopo aver passato in rassegna le caratteristiche salienti dell’italiano letterario e dello stile di Arrigo Boito, il presente studio si focalizza sulle soluzioni traduttive adottate per la resa dei forestierismi e dei tecnicismi nonché sull’impostazione e le funzioni delle note e dell’apparato paratestuale. Nella parte finale dell’articolo si affronta invece la questione della traduzione delle antinomie che soggiacciono alla scrittura di Arrigo Boito. Per le sue novelle è infatti possibile parlare di un sistema di opposizioni simboliche che si sviluppa da quella basilare maschile-femminile, dipanandosi attraverso una complessa rete di metafore e similitudini dalle affascinanti implicazioni metafisiche, ideale espressione della concezione dualistica della Scapigliatura. La difficoltà di trovare metafore e paragoni attraverso cui riprodurre adeguatamente in polacco questa dominante della scrittura di Boito ha rappresentato una delle sfide più difficili per le traduttrici.
Źródło:
Italica Wratislaviensia; 2024, 15.1; 153-172
2084-4514
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Artykuł
Tytuł:
"Ragazzi di vita" di Pier Paolo Pasolini nelle traduzioni inglesi e francesi – rivisitazioni moderne
English and French translations of Pier Paolo Pasolini’s "Ragazzi di vita" – modern reinterpretations
Autorzy:
Kowalski, Piotr
Powiązania:
https://bibliotekanauki.pl/articles/2130279.pdf
Data publikacji:
2021-12-30
Wydawca:
Uniwersytet Łódzki. Wydawnictwo Uniwersytetu Łódzkiego
Tematy:
literary translation
Romanesco dialect
'Ragazzi di vita'
Pier Paolo Pasolini
traduzione letteraria
dialetto romano
Opis:
L’articolo contiene un’analisi comparativa tra originali traduzioni in francese e in inglese di Ragazzi di vita di Pier Paolo Pasolini pubblicate rispettivamente nel 1958 e 1968 e le nuove versioni pubblicate nel 2016. L’analisi e basata su diversi aspetti come le scelte tra l’esotizzazione e l’addomesticamento; il modo in cui i traduttori hanno affrontato il problema del plurilinguismo nel testo di partenza che collega l’italiano standard, il dialetto romano e il gergo della malavita romana; strategie che riguardano per esempio gli antroponimi caricati semanticamente.
This article contains a comparative analysis between original French and English translations of Pasolini’s Ragazzi di vita first published respectively in 1958 and 1968 and new versions both published in 2016. The analysis is based on several factors, such as choices between foreignization and domestication; the way in which translators dealt with multilingualism of the source text, which combines Italian, the Romanesco dialect and the Rome’s lowlife jargon; strategies regarding semantically loaded anthroponyms.
Źródło:
Translatorica & Translata; 2021, 2; 29-42
2657-5817
Pojawia się w:
Translatorica & Translata
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Tytuł:
Untore 1630–2023. Cenni critici sulla traduzione polacca del romanzo Diceria dell’untore di Gesualdo Bufalino
Untore 1630–2023: Critical Notes on the Polish Translation of Gesualdo Bufalino’s Novel Diceria dell’untore
Autorzy:
Maniowska, Katarzyna
Powiązania:
https://bibliotekanauki.pl/articles/34670935.pdf
Data publikacji:
2024-06-30
Wydawca:
Wydawnictwo Adam Marszałek
Tematy:
Gesualdo Bufalino
Diceria dell’untore
literary translation
literary analysis
(un)translatability
traduzione letteraria
analisi letteraria
(in)traducibilità
Opis:
Linguistic repertoires of all communities include references to their long-forgotten collective experiences, which are passed down from generation to generation. Such examples include the Italian expression untore, which is linked to the plague pandemic of 1630, pictured by Manzoni in his novel The Betrothed (Promessi sposi, 1840–1842). The figure of untore appears in Gesualdo Bufalino’s novel Diceria dell’untore (1981), translated into Polish by Elżbieta Jogałła (Opowieść siewcy zarazy, 2023). The recent global experience of the COVID-19 pandemic may be of great importance in understanding and reinterpreting Bufalino’s novel. The aim of my article is to analyse both the Polish translation and Diceria dell’untore, focusing on the historical and social context, Bufalino’s characteristic language, and the veiled meanings of the literary and linguistic allusions in the novel. By analysing selected passages of the novel and the translation, I examine the Polish translator’s solutions and indicate other possible interpretations of the novel and therefore its translation. The examples I discuss expand our understanding of (un)translatability-related issues.
Nel repertorio linguistico di ogni comunità si possono trovare riferimenti a esperienze recondite, che vengono tramandate di generazione in generazione. Ne è un esempio l’espressione italiana untore, che si riferisce alla pandemia della peste del 1630, ricordata da Manzoni nel suo romanzo I Promessi Sposi (1840–1842). La figura di untore è stata ripescata da Gesualdo Bufalino nel romanzo Diceria dell’untore pubblicato nel 1981 e tradotto in polacco da Elżbieta Jogałła (Opowieść siewcy zarazy, 2023). La recente esperienza globale della pandemia COVID-19 può essere di grande importanza per comprendere e reinterpretare il romanzo di Bufalino. L’obiettivo del presente articolo è l’analisi della traduzione polacca con particolare attenzione al contesto storico e sociale, alla specificità del linguaggio dello scrittore e ai significati contenuti nelle allusioni letterarie e linguistiche celate nel romanzo. Lo studio comparativo dei frammenti del romanzo e della traduzione serve per esaminare alcune soluzioni traduttive nella versione polacca del romanzo, nonché indicare altre possibili interpretazioni del romanzo e quindi della sua traduzione. Alcuni esempi tratti dal romanzo tradotto vengono esaminati per approfondire la questione della (in)traducibilità.
Źródło:
Italica Wratislaviensia; 2024, 15.1; 173-194
2084-4514
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Italica Wratislaviensia
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Artykuł
Tytuł:
Buone prassi traduttive dei termini del linguaggio medico nelle opere di Galdós: l’esempio di Fortunata y Jacinta
Autorzy:
Di Gesù, Floriana
Powiązania:
https://bibliotekanauki.pl/articles/2034886.pdf
Data publikacji:
2021-12-20
Wydawca:
Uniwersytet Łódzki. Wydawnictwo Uniwersytetu Łódzkiego
Tematy:
best practices in translation
categorization
lexicón mental
medicine
literary translation
buone prassi traduttive
categorizzazione
materia medica
traduzione letteraria
Opis:
In quest’articolo, attraverso lo studio di alcuni termini presenti nel romanzo Fortunata y Jacinta di Galdós che si riferiscono all’ambito medico e farmaceutico, si desidera portare avanti una riflessione su alcune “buone prassi” che il traduttore può impiegare nel suo lavoro di riscrittura, considerate come il frutto di un’operazione cognitiva, complesso intrigo di acquisizione, categorizzazione, osservazione riflessiva, elaborazione, sperimentazione e di creazione di dinamiche emotivo-motivazionali che hanno come prodotto ultimo la ricreazione del metatesto. Tali “buone prassi” rientrano a tutti gli effetti negli argomenti da trattare all’interno di una didattica della traduzione dal taglio neurolinguistico.
In this paper, through the study of some terms present in the novel Fortunata y Jacinta by Galdós that refer to the medical and pharmaceutical field, we want to carry out a reflection on some ‘best practices’ that the translator can use in his rewriting work, considered as the result of a cognitive operation, a complex intrigue of acquisition, categorization, reflective observation, elaboration, experimentation and creation of emotional-motivational dynamics which has, as its ultimate product, the recreation of the metatext. These 'best practices' fall to all intents and purposes in the topics to be treated within a teaching of translation with a neurolinguistic slant.
Źródło:
e-Scripta Romanica; 2021, 9; 41-54
2392-0718
Pojawia się w:
e-Scripta Romanica
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