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Tytuł:
Gli studi contrastivi dell’italianistica macedone: sviluppi recenti e prospettive
Contrastive Italian-Macedonian Studies: Recent Advances and Future Perspectives
Autorzy:
Ivanovska-Naskova, Ruska
Powiązania:
https://bibliotekanauki.pl/articles/446394.pdf
Data publikacji:
2019-09-13
Wydawca:
Wydawnictwo Adam Marszałek
Tematy:
Italian
Macedonian
contrastive studies
ranslation studies
Italian as a foreign language
italiano
macedone
studi contrastivi
studi traduttologici
italiano LS
Opis:
The paper aims to present contrastive Italian-Macedonian studies, giving a general overview of the development of these studies, with particular attention to the context in which the first studies between these two languages appeared. A corpus of 60 studies published in the last two decades is analysed in the second part of the paper. The classification of the studies based on the topics covered reveals a prevalence of morphosyntactic, semantic, and translation studies. Contrastive studies related to teaching Italian as a foreign language and studies that introduce other topics are also present in the corpus. The final part of the paper reflects upon the future of this type of contrastive study, especially in light of the recent changes related to the interest in studying Italian in Macedonia.
Lo studio mira a presentare il quadro delle ricerche contrastive italiano-macedone. Si presenta una breve panoramica della storia dell’italianistica macedone, con attenzione particolare al contesto in cui nascono i primi studi di ordine contrastivo tra l’italiano e il macedone. Nella parte centrale del contributo viene analizzato il corpus composto da circa sessanta studi pubblicati negli ultimi due decenni. La classificazione degli studi esaminati in base all’argomento trattato rivela la prevalenza di studi che vertono su argomenti morfosintattici, semantici e traduttologici. Negli ultimi anni si attesta inoltre una notevole crescita degli studi didatticamente motivati e ricerche che aprono argomenti nuovi. Nella parte finale dello studio si riflette sulle possibili direzioni future degli studi contrastivi tra queste due lingue tenendo in conto anche i cambiamenti recenti che riguardano l’interesse per l’italiano in Macedonia.
Źródło:
Italica Wratislaviensia; 2019, 10.1; 59-76
2084-4514
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Artykuł
Tytuł:
La necessità di distinguere la perfettività dalla risultatività per comprendere il funzionamento dei tempi verbali italiani e polacchi
The Necessity to Distinguish Perfectivity from Resultativity in Order to Understand the Usage of Italian and Polish Tenses
Autorzy:
Nowakowska, Małgorzata
Powiązania:
https://bibliotekanauki.pl/articles/446345.pdf
Data publikacji:
2018-06-20
Wydawca:
Wydawnictwo Adam Marszałek
Tematy:
perfettività
imperfettività
risultatività
italiano
polacco
perfectivity
imperfectivity
resultativity
Italian
Polish
Opis:
Nel presente articolo sono messi a confronto i sistemi verbali dell’italiano e del polacco, confronto che non è stato finora fatto in modo sistematico. In italiano l’opposizione tra forme semplici e composte riguarda tutte le forme verbali, finite e non-finite, e tutti i tempi verbali. Questa opposizione morfologica convoglia un’opposizione aspettuale: le forme composte hanno un valore detto “risultativo”, mentre le forme semplici ne sono prive. In altre parole, un verbo in forma composta fornisce un’informazione non solo sull’avvenimento espresso dal verbo, ma implica anche un riferimento posteriore all’avvenimento. In polacco la morfologia verbale è più complessa, ma è sempre sottomessa all’opposizione perfettività vs imperfettività. Quest’opposizione, similmente a quella tra forme semplici e composte in italiano, ha marche in tutte le forme finite e non-finite, e in tutti i tempi. L’opposizione perfettività vs imperfettività concerne anche la categoria dell’aspetto, ma l’informazione è diversa. La forma perfettiva conferisce a un avvenimento una rappresentazione globale, il che implica l’impossibilità di analizzarlo in fasi. Invece la forma imperfettiva rappresenta un avvenimento prescindendo dal suo inizio e dalla sua fine. Dal confronto tra i due sistemi verbali emerge una differenza importante. Il cosiddetto valore “risultativo”, marcato dalle forme composte in italiano, non si è grammaticalizzato in polacco. L’opposizione perfettività vs imperfettività, tipica del polacco, non ha marche morfologiche specifiche in italiano. Quest’opposizione è limitata a due tempi passati: l’imperfetto ha valore imperfettivo, mentre il passato remoto perfettivo.
In this article, following a critical examination of some Italian academic grammars, a new systematisation of the verbal systems of Italian and Polish is proposed. In Italian, resultativity is a principal aspectual meaning, which can be seen in Italian verbal morphology. Compound tenses have grammaticalised the resultative meaning, whereas simple tenses have grammaticalised the lack of it, that is, they denote situations without any outcome. The author of the article proposes to separate this strongly grammaticalised opposition from the opposition of perfectivity vs imperfectivity, for which Italian does not have special grams. In this case, Italian uses two past tenses: the passato remoto with perfective meaning and the imperfetto with imperfective meaning. In Italian, it is not possible to express these opposite meanings in the future. This conception of the Italian verbal system is complicated by the coexistence of two past tenses used in narrating, i.e., the passato remoto and the passato prossimo. In fact, they are not duplicates because they belong to two complementary systems. Unlike Italian, Polish has grammaticalised the opposition between perfectivity and imperfectivity, which means that it uses specialised grams conveying one of these two aspect meanings. This opposition is morphologically marked in future and past tenses and in non-finite forms of verbs. Besides, imperfective Polish verbs are used to indicate a past or future situation without giving information about its end or its continuation, a usage that is impossible with the Italian imperfetto tense. Polish, unlike Italian, does not have any grams conveying the result meaning; instead, it uses past-tense forms, as only this tense can indicate how the past action implies the lasting present state.
Źródło:
Italica Wratislaviensia; 2018, 9.1; 159-183
2084-4514
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Artykuł
Tytuł:
Insegnare il trapassato prossimo a madrelingua polacchi
Teaching the Italian "Trapassato Prossimo" Tense to Polish Native Speakers
Autorzy:
Scarpel, Sebastiano
Powiązania:
https://bibliotekanauki.pl/articles/446522.pdf
Data publikacji:
2018-11-30
Wydawca:
Wydawnictwo Adam Marszałek
Tematy:
Italian
Polish
pluperfect
past perfect
resultativity
italiano
polacco
trapassato prossimo
risultatività
Opis:
The Italian pluperfect (trapassato prossimo) differs from other past tenses due to the fact that it implies a point of reference situated in the past. Although it is frequently used in both written and spoken language, little space is devoted to this tense in textbooks of Italian for foreigners. This can be explained by taking into consideration the following two factors: on the one hand, the Italian pluperfect usually can be substituted by other tenses (like the present perfect, passato prossimo, and preterite, passato remoto); on the other hand, the choice of the speaker to use this tense is often difficult to explain. In other words, the abovementioned point of reference is sometimes difficult to locate. A full comprehension of the Italian pluperfect can be problematic for a Polish speaker, as contemporary Polish does not have tenses with similar functions. The aim of this paper is to reflect on the teaching of the Italian pluperfect to Polish students, highlighting some linguistic issues that should be considered by the teacher.
Il trapassato prossimo è un tempo verbale che si distingue rispetto agli altri tempi passati per il fatto di presupporre la presenza di un momento di riferimento collocato nel passato. Nonostante il suo uso sia frequente anche nell’italiano parlato, lo spazio dedicatogli nei manuali di italiano per stranieri è spesso limitato. Ciò si può spiegare considerando due fattori: da una parte il trapassato prossimo può essere spesso sostituito da altri tempi “concorrenti” (in primis passato prossimo e passato remoto); in secondo luogo la scelta del parlante di servirsi di tale tempo risulta a volte ardua da spiegare. In altre parole, può essere difficile individuare il momento di riferimento sopra menzionato. La comprensione del trapassato prossimo può risultare problematica per uno studente polonofono, in quanto il polacco contemporaneo non presenta tempi con funzioni analoghe. Con questo articolo si vuole riflettere sull’insegnamento del trapassato prossimo a studenti di lingua polacca, evidenziando alcune questioni di natura linguistica che dovrebbero essere prese in considerazione dal docente.
Źródło:
Italica Wratislaviensia; 2018, 9.2; 239-253
2084-4514
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Artykuł
Tytuł:
Le “Auree norme” del GDLI. Quando le norme redazionali diventano grammaticali
The “Golden Rules” of GDLI: When Style Sheet Becomes Grammar
Autorzy:
Corino Rovano, Silvia
Powiązania:
https://bibliotekanauki.pl/articles/446509.pdf
Data publikacji:
2018-06-20
Wydawca:
Wydawnictwo Adam Marszałek
Tematy:
grammatica
dizionario
lessico
regole
italiano
grammar
dictionary
lexicon
rules
Italian
Opis:
Tutte le redazioni di dizionari prevedono delle regole di edizione. Ogni collaboratore, infatti, deve attenersi allo stile previsto dalla pubblicazione. Così chiunque intenda partecipare al lavoro redazionale, viene di solito provvista di un fascicolo più o meno consistente che contiene le norme per scrivere i lemmi. Naturalmente anche i redattori del GDLI vennero forniti di questo tipo di materiale. Ogni collaboratore riceveva un sottile libretto dal titolo Auree norme cui doveva attenersi. Tuttavia, ad un esame attento di questo fascicolo, le indicazioni previste dal GDLI appaiono più ricche ed articolate. Infatti, non contengono soltanto un insieme di regole formali e di indicazioni tipografiche, ma hanno un respiro molto più ampio. Il redattore si trova di fronte ad una serie di regole relative all’ortografia e alla grammatica. La presente ricerca intende individuare le norme di interesse grammaticale e alcuni elementi di morfologia e sintassi emersi durante la discussione della redazione.
All dictionary editors have editorial rules. In fact, every collaborator must follow the style foreseen by the publication. To this end, every person who intends to participate in the editorial work is usually provided with a more or less consistent style sheet that contains the rules for writing the lemmas. The editors of the GDLI were also provided with this type of material. Each collaborator, in fact, received a thin booklet entitled “Auree norme”, or “Golden rules”, that he had to follow. However, upon a careful examination of this precious file, the indications provided by the GDLI appear richer and more articulated than the usual set of editorial norms. In fact, they do not only contain a set of formal and typographical rules, but they have a much wider perspective: the editor is faced with a series of indications concerning spelling and grammar. The present research aims to identify the norms of grammatical interest and some elements of morphology and syntax that emerged during the discussion of the editing process of these dictionaries.
Źródło:
Italica Wratislaviensia; 2018, 9.1; 51-69
2084-4514
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Artykuł
Tytuł:
Il sistema nominale italiano e polacco a confronto: riflessioni sulle categorie grammaticali di genere e caso
The Nominal Systems of Italian and Polish in Comparison: Some Remarks on Gender and Case as Grammatical Categories
Autorzy:
Latos, Agnieszka
Pronińska, Aleksandra
Powiązania:
https://bibliotekanauki.pl/articles/446562.pdf
Data publikacji:
2019-09-13
Wydawca:
Wydawnictwo Adam Marszałek
Tematy:
nominal system
gender
case
Italian
Polish
sistema nominale
genere
caso
italiano
polacco
Opis:
The present study features a description and comparison of the Italian and Polish nominal systems. Our tertium comparationis are two grammatical categories: gender and case. Gender is morpho-syntactically coded in both languages; case, however, is morphologically coded only in Polish, while in Italian it is predominantly expressed by the use of prepositions. Focusing on the noun class, we contrastively examine the ways and means used to express the two grammatical meanings. In particular, we compare grammatical meanings expressed by morphological and syntactic cues. As a multifaceted category, grammatical gender classifies Italian and Polish nouns and co-regulates the morpho-syntactic agreement between sentences’ constituents (controller-target relation), contributing to the decoding of an internal text structure. The morphological case variation of Polish nouns (inflection) is often reinforced by syntactical markers; thus, case-coding in Polish occurs both in synthetic and analytic ways. In contrast, Italian uses only analytic means to mark the grammatical meaning of case. The two linguistic systems under examination exhibit a similar formal organisation and expressive cues but apply them in different proportions.
Il presente contributo si pone come obiettivo quello di analizzare e confrontare i sistemi nominali della lingua italiana e polacca. Il nostro tertium comparationis è costituito da due categorie grammaticali: il genere e il caso. Il genere è codificato morfosintatticamente in ambedue le lingue. Il caso è codificato morfologicamente in polacco, mentre in italiano viene espresso mediante l’uso delle preposizioni. La riflessione contrastiva è incentrata sulla classe dei nomi ed esamina le modalità e i mezzi adoperati per esprimerne i due significati grammaticali. Nello specifico, vengono confrontati mezzi espressivi morfologici e sintattici. Essendo una categoria poliedrica, il genere grammaticale classifica i nomi italiani e polacchi e co-regola il fenomeno dell’accordo morfosintattico (relazione controllore-bersaglio) fra le costituenti frasali, contribuendo alla decodifica della struttura interna del testo. La variazione morfologica per casi dei nomi polacchi (flessione) è spesso rafforzata da marche sintattiche; la codifica del caso avviene dunque in polacco sia con mezzi sintetici sia con quelli analitici. In contrasto, l’italiano adopera solo marche analitiche per codificare il significato grammaticale di caso. Le lingue sotto esame presentano organizzazione formale e mezzi espressivi simili, impiegati tuttavia in proporzioni diverse.
Źródło:
Italica Wratislaviensia; 2019, 10.1; 111-131
2084-4514
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Artykuł
Tytuł:
Tradurre la lineetta singola: uno studio contrastivo macedone-italiano
Translating the Dash: A Contrastive Study of Macedonian-Italian
Autorzy:
Stojmenova Weber, Roska
Powiązania:
https://bibliotekanauki.pl/articles/446352.pdf
Data publikacji:
2019-09-13
Wydawca:
Wydawnictwo Adam Marszałek
Tematy:
translation
Macedonian
Italian
punctuation
dash
traduzione
macedone
italiano
punteggiatura
lineetta singola
Opis:
The aim of this article is to illustrate the strategies adopted to translate the dash from Macedonian into Italian in contemporary literary texts. This punctuation mark follows partially different principles in the two languages: morpho-syntactic and informative-textual ones in Macedonian and informative-textual principles in Italian. In addition, the source language reveals a frequent and systematic use of the dash, while it is not very common in the target language nor fully integrated into its punctuation system. From this analysis, two significant data have emerged. Firstly, it has been observed that, amongst the translating strategies of the dash from Macedonian into Italian, what prevails is the use of a “passe-partout” comma, which separates two clauses and replaces stronger punctuation marks, such as the colon, the semicolon, and the period. Secondly, it has been observed that the translation does not contribute to transferring the Macedonian model into the Italian language: the dash of the original text is kept in the target text only when there is equivalence between the two punctuation systems.
il contributo si propone di illustrare le strategie applicate nell’atto traduttivo della lineetta singola dal macedone all’italiano in testi letterari contemporanei. Nelle due lingue il segno di punteggiatura risponde a principi parzialmente diversi: morfosintattici e informativo-testuali in macedone e informativo-testuali per quanto riguarda l’italiano. Inoltre, la lingua di partenza presenta un uso frequente e sistematico della lineetta singola, mentre nella lingua d’arrivo essa non è pienamente integrata nel sistema interpuntivo ed è poco diffusa. Dall’analisi sono emersi due dati significativi. Si è osservato, innanzitutto, che tra le strategie di resa della lineetta dal macedone all’italiano predomina la sostituzione con la virgola “passepartout”, la quale si pone a cavallo di due Enunciati al posto dei segni interpuntivi più forti, quali i due punti, il punto e virgola e il punto fermo. In secondo luogo, si è notato che il risultato della traduzione non contribuisce a diffondere in italiano usi plasmati sul modello macedone: la lineetta singola del testo originale è trasposta nel testo di arrivo unicamente quando c’è equivalenza tra i due sistemi interpuntivi.
Źródło:
Italica Wratislaviensia; 2019, 10.1; 261-278
2084-4514
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Artykuł
Tytuł:
Complessità del sistema dei tempi passati: italiano e bulgaro a confronto
Complexity of the System of Past Tenses: Comparison of Italian and Bulgarian
Autorzy:
Vargolomova, Diana
Powiązania:
https://bibliotekanauki.pl/articles/34655801.pdf
Data publikacji:
2023-12-31
Wydawca:
Wydawnictwo Adam Marszałek
Tematy:
complexity
past tenses
Bulgarian
Italian
complessità
tempi passati
informazione non testimoniale
bulgaro
italiano
Opis:
Comparative studies of complexity have recently provoked the growing interest of linguists. In this paper, we compare the grammatical structures for the expression of past actions in Italian and in Bulgarian, based on the theories of linguistic complexity. The linguistic structures’ complexity is generally examined from two main points of view: 1) absolute complexity and 2) user or relative complexity. The research on absolute complexity aims to measure linguistic structures with objective criteria, while the studies based on the second meaning of the term investigate the subjective perception of individuals speaking or studying one or more languages; this latter approach is related primarily to language teaching. Even if each individual study generally favours only one of the two perspectives, we believe the correlations between the degree of structural complexity and the difficulties for the user should be considered and measured. The proposed analysis, consequently, is based on the comparison between the grammatical structures for the expression of the past but also involves an empirical study on the translation work from Italian into Bulgarian. Contrastive work consists in the isolation and measurement of units, such as the number of tenses, modes, and rules in the two languages, and is based on the students’ translation practices in Italian philology at Sofia University St. Kliment Ohridski and the difficulties they experience when translating the past tenses.
Gli studi comparativi sulla complessità negli ultimi tempi suscitano sempre di più l’interesse anche dei linguisti. Nel presente intervento si cerca di confrontare i mezzi grammaticali per l’espressione di azioni passate in italiano e in bulgaro, partendo proprio dalle teorie sulla complessità linguistica. La complessità delle strutture linguistiche generalmente viene esaminata da due principali punti di vista: 1) complessità assoluta o complessità delle strutture; e 2) complessità per l’utente o relativa. La ricerca sulla complessità assoluta si propone l’obiettivo di misurare strutture linguistiche con criteri oggettivi, mentre lo studio che parte dalla seconda accezione del termine indaga la percezione soggettiva di chi parla o studia una o più lingue riguardo le dette strutture, approccio legato soprattutto alla glottodidattica. Anche se generalmente ogni studio concreto predilige solo una delle due prospettive, noi riteniamo che le correlazioni tra il grado di complessità strutturale e le difficoltà per l’utente debbano essere analizzate e misurate. L’analisi proposta, di conseguenza, parte dal confronto tra le strutture per l’espressione del passato e si concretizza nel lavoro di traduzione dall’italiano in bulgaro. Il lavoro contrastivo isola e misura unità come il numero dei tempi e dei modi nelle due lingue, il numero delle regole, ecc. La parte sulla complessità relativa si basa sulle ore di traduzione per gli studenti di filologia italiana presso l’Università di Sofia “San Clemente d’Ocrida” e sulle difficoltà che loro sperimentano nella resa dei tempi passati.
Źródło:
Italica Wratislaviensia; 2023, 14.2; 51-69
2084-4514
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Artykuł
Tytuł:
Evoluzione della terminologia grammaticale nei manuali di lingua italiana per polacchi (XVII-XIX s.)
The Evolution of Grammatical Terminology in Course Books of the Italian Language for Poles (17th–19th centuries)
Autorzy:
Jamrozik, Elżbieta
Powiązania:
https://bibliotekanauki.pl/articles/446633.pdf
Data publikacji:
2018-11-30
Wydawca:
Wydawnictwo Adam Marszałek
Tematy:
course book
grammar
terminology
Italian
Polish
Latin
manuale
grammatica
terminologia
italiano
polacco
Opis:
The subject of research is that of changes in grammatical terminology that can be observed on the basis of four course books of Italian language for Poles published between 1675 and 1869. The first of them is marked by the Latin terminology that manifests in the adaptation of Latin terms as well as in the direct translation of their basic meaning into Polish. Moreover, the instability of terminology results in the co-occurrence of various forms of the Polish term or in the co-occurrence of Polish and Latin terms. The other two course books by anonymous authors, which seem to be adaptations of French course books, do not include Latin terminology, whereas names for word classes are, with a few exceptions, consistent with the Polish nomenclature devised by the Commission of National Education in the Enlightenment. In comparison to the previous course books, the last one involved in this research is more modern with regards to solutions that are typical for articles and other categories that are characteristic of Romance languages.
Oggetto della ricerca è l’evoluzione della terminologia grammaticale polacca osservata in quattro manuali di lingua italiana pubblicati in Polonia ad uso dei polacchi tra il 1675 e il 1869. Il primo è fortemente segnato dalla terminologia latina, presente in varie forme di adattamenti e calchi. L’instabilità terminologica si manifesta inoltre nella compresenza di termini latini e polacchi, nonché in sequenze intere di sinonimi polacchi. I due manuali successivi, di autori anonimi, probabilmente adattati da testi francesi, abbandonano il latino a favore della terminologia polacca nella denominazione delle parti del discorso stabilita in seguito all’attività svolta nel secolo dei Lumi dalla Commissione di Educazione Nazionale. L’ultimo dei testi esaminati risulta più moderno in quanto propone soluzioni concrete sia per le denominazioni dell’articolo che per le categorie grammaticali proprie al sistema delle lingue romanze.
Źródło:
Italica Wratislaviensia; 2018, 9.2; 93-117
2084-4514
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Artykuł
Tytuł:
Il caos preposizionale: analisi dell’errore e didattica
Prepositional Chaos: Error Analysis and Learning Strategies
Autorzy:
Citraro, Cinzia
Powiązania:
https://bibliotekanauki.pl/articles/446573.pdf
Data publikacji:
2018-11-30
Wydawca:
Wydawnictwo Adam Marszałek
Tematy:
Italian
prepositions
error analysis
polysemy
lexicography
italiano
preposizioni
analisi dell’errore
polisemia
lessicografia
Opis:
The use of prepositions is difficult to learn. To examine this fact, mistakes in the usage of prepositions were collected from 108 assignments completed by Italian secondary-school students. In this article, these errors are listed and several causes for them have been hypothesised: mistakes due to dialectal interference (type 1; a, b); errors in polyrhematic units (type 2; c, d, e); mistakes due to paradigmatic interference (type 3; f, g, h, i, l); errors due to loss of syntactic orientation (type 4; m, n, o). Following this, teaching strategies based on mistakes are proposed. Finally, an in-depth review of recent grammars and dictionaries is carried out in order to verify how the sections related to prepositions are structured and if the new cognitivist models have been accepted within these didactic instruments.
L’apprendimento degli usi delle preposizioni rappresenta una crux della didattica. Sono stati raccolti gli errori negli usi preposizionali presenti in 108 elaborati prodotti da studenti italiani della scuola secondaria superiore. Gli errori sono stati poi suddivisi e ne sono state ipotizzate le cause: errori dovuti a interferenza dialettale (tipo 1; a, b); errori in espressioni polirematiche (tipo 2; c, d); errori dovuti a interferenza paradigmatica (tipo 3; f, g, h, i, l); errori dovuti alla perdita di orientamento sintattico nel testo (tipo 4; m, n, o, p). Sono state poi suggerite alcune strategie didattiche differenziate in base alle tipologie di errore individuate. Si è infine proceduto a uno spoglio di alcune grammatiche e di alcuni dizionari di nuova generazione al fine di verificare in quale modo siano strutturate le parti relative alle preposizioni e se i nuovi modelli di matrice cognitivista siano stati recepiti all’interno di questi strumenti per la didattica.
Źródło:
Italica Wratislaviensia; 2018, 9.2; 81-92
2084-4514
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Artykuł
Tytuł:
I prefissi verbali russi pri- e do-: semantica spaziale e possibili corrispondenze in italiano
Russian Verbal Prefixes pri- and do-: On the Spatial Semantics and their Corresponding Italian Forms
Autorzy:
Zangoli, Giulia
Powiązania:
https://bibliotekanauki.pl/articles/11542004.pdf
Data publikacji:
2023-06-30
Wydawca:
Wydawnictwo Adam Marszałek
Tematy:
Russian
Italian
prefix
motion
contrastive linguistics
prefissi verbali
moto
russo
italiano
linguistica contrastiva
Opis:
In this paper, we analyse the spatial meaning of verbal prefixes pri- and do- and their semantic contribution to the lexicalisation of motion events. Our analysis is based primarily on the lexicographic description of these prefixes proposed in the Academic Grammar of the Russian Language (Švedova et al., 1980) and on the interpretation given to them in different works devoted to the study of the semantics of verbal prefixes in the Russian language. In different contributions, it is observed that the spatial meaning of the prefix pri- expresses the reaching of the goal of motion, including the crossing of its threshold (boundary-crossing). In contrast, the spatial semantics of the prefix do- is mostly described in relation to the progressive approaching to an endpoint along a spatial scale (boundary-reaching). In the course of the contrastive analysis, an attempt will be made to identify and describe possible Italian correspondences for Russian verbs of motion with prefixes pri- and do-. We also consider which semantic components of a motion event encoded in a Russian prefixed verb are expressed or omitted in the corresponding Italian constructions. The research has been conducted on the parallel Russian-Italian corpus, part of the National Corpus of the Russian Language (we consider just a few examples).
Nel presente contributo si analizza il significato spaziale dei prefissi verbali pri- e doe il loro contributo nella lessicalizzazione degli eventi di moto. La nostra analisi si basa in primo luogo sulla descrizione lessicografica di questi prefissi, sulla definizione proposta nella Grammatica Accademica della lingua russa (Švedova et al., 1980) e sull’interpretazione data in differenti studi dedicati allo studio della semantica dei prefissi verbali nella lingua russa. In differenti contributi (Dobrušina et al., 2001; Dickey, 2010; Kagan, 2016; Padučeva, 2002, 2004) si osserva che il significato spaziale del prefisso pri- esprime il raggiungimento della meta, incluso il superamento del confine dell’entità di riferimento (boundary-crossing nella letteratura anglofona). Al contrario, la semantica spaziale del prefisso do- è descritta perlopiù in rapporto al progressivo raggiungimento di un limite lungo una scala spaziale (boundary-reaching). Nel corso dell’analisi contrastiva si individuano e descrivono alcune possibili corrispondenze italiane per i verbi di moto formati per mezzo dei prefissi pri- e do-. Si analizza inoltre quali componenti semantiche di un evento di moto codificate in un verbo prefissato russo sono espresse od omesse nelle corrispondenti costruzioni italiane. L’analisi contrastiva è condotta su alcuni esempi tratti dal corpus parallelo russo-italiano del Corpus Nazionale della Lingua Russa. Il contributo si compone di quattro parti. La prima parte introduce il lettore alla ricerca. Nella seconda parte è presentato il quadro concettuale di riferimento dello studio ed è descritta la semantica spaziale dei prefissi verbali russi pri- e do- secondo le fonti considerate. La terza parte è dedicata all’analisi contrastiva degli esempi tratti dal corpus parallelo. Seguono nell’ultima parte le nostre considerazioni sui risultati, seppur parziali e non esaustivi, dello studio.
Źródło:
Italica Wratislaviensia; 2023, 14.1; 163-187
2084-4514
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Italica Wratislaviensia
Dostawca treści:
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Artykuł
Tytuł:
La morfosintassi degli studenti sloveni a livello A2/B1
Slovene A2/B1 Students’ Morphosyntax
Autorzy:
Bažec, Helena
Powiązania:
https://bibliotekanauki.pl/articles/446560.pdf
Data publikacji:
2018-06-20
Wydawca:
Wydawnictwo Adam Marszałek
Tematy:
analisi contrastiva
analisi degli errori
morfosintassi
italiano
sloveno
contrastive analysis
error analysis
morphosyntax
Italian
Slovene
Opis:
L’obiettivo del presente contributo è fare un’analisi degli errori su un corpus composto da 58 prove di produzione scritta in italiano all'esame di maturità professionale di studenti madrelingua sloveni a livello di competenza A2/B1. L’analisi qualitativa e quella quantitativa hanno l’intento di individuare gli errori più frequenti nel settore della morfosintassi, scoprirne le cause e compararli con i risultati emersi da ricerche simili svolte in precedenza. L’analisi qualitativa è stata effettuata in base a una griglia creata dopo uno studio contrastivo dei sistemi grammaticali dello sloveno e dell’italiano, nonché adattata a quanto realmente riscontrato nel corpus. Le principali cause degli errori risultano essere il transfer negativo dalla L1 e in una piccola percentuale da altre lingue straniere come l’inglese e lo spagnolo, ma anche la strategia della generalizzazione. Il più problematico quantitativamente risulta l’articolo, parte del discorso che lo sloveno non conosce, seguito da vari aspetti nella forma e nell’uso del verbo e dalla preposizione. Altre categorie che oltrepassano l’1% di tutti gli errori individuati e che quindi vengono incluse sono l’accordo tra i costituenti, l’ordine dei costituenti, errori legati a vari usi del pronome, dell’aggettivo, del nome e dell’avverbio. Questa frequenza di errori combacia con le altre ricerche simili svolte in passato, che però includevano studenti L1 appartenenti a diverse lingue slave. Questo fa presupporre che tutti i madrelingua slavi abbiano le stesse difficoltà, e quindi che le differenze nelle strutture grammaticali tra L1 e L2 siano la causa prima degli errori morfosintattici.
The aim of this article is to make an error analysis based on a corpus consisting of 58 written tests in Italian on the vocational maturity exam of Slovene mother-tongue students at an A2/B1 level. The objective of the qualitative and quantitative analysis is to identify the most frequent errors in the field of morphosyntax, to find out the causes, and to compare them with the results that emerged from previous research studies. The qualitative analysis was carried out on the basis of a grid created after I had completed a contrastive study of Slovene and Italian and later adapted to the data that emerged from the corpus. The causes of errors are negative transfer from L1 and in a small percentage from other foreign languages such as English and Spanish, but also the generalisation strategy. Quantitatively, the most problematic part of speech is the article, a part of speech that Slovene does not have, followed by the erroneous form or use of verbs and prepositions. The other categories, which exceed 1% of all errors and are therefore included, are the agreement between constituents, word order, and errors related to different uses of the pronoun, adjective, noun, and adverb. This frequency of errors matches other similar research studies carried out in the past with the difference that other studies included students with different Slavic languages as the L1. This suggests that all Slavic learners have the same problems in Italian written production, therefore the first cause of morphosyntactic errors is the difference in the grammatical structure between L1 and L2.
Źródło:
Italica Wratislaviensia; 2018, 9.1; 11-33
2084-4514
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Artykuł
Tytuł:
Alcune tendenze nella correlazione tra forma (in)definita dell’aggettivo sloveno e la (in)definitezza del sintagma in ottica contrastiva italo-slovena
Some Correlation Tendencies Between the (In)Definite Form of Slovene Adjectives and the (In)Definiteness of Nominal Phrases from an Italian-Slovene Contrastive Perspective
Autorzy:
Premrl, Mirjam
Powiązania:
https://bibliotekanauki.pl/articles/446429.pdf
Data publikacji:
2019-09-13
Wydawca:
Wydawnictwo Adam Marszałek
Tematy:
(in)definiteness
articles
(in)definite adjectives
Italian
Slovene
(in)definitezza
articolo
aggettivo (in)definito
italiano
sloveno
Opis:
This paper addresses some aspects of the expression of (in)definiteness in Slovene and Italian. While, in Slovene, a language without a systemic use of articles, (in)definiteness can be considered only as a universal, extralinguistic, semantic/pragmatic category that is inferred implicitly from the context, in Italian, it is fully encoded and is therefore also a grammatical/syntactic category. However, Slovene also displays a specific device in this respect: the definite and indefinite form of the adjective. This paper investigates some correlation tendencies between the definite adjectival form and the definiteness of the noun phrase in which the adjective acts as an attribute (and vice versa, the correlation between the indefinite form of the adjective and the indefiniteness of the respective noun phrase). The contrastive study is based on a corpus of Italian and Slovene texts, as well as their translations, in which Italian has a control function. The results speak in favour of the (in)definiteness correlation between the adjective and the noun phrase, although the indefinite form can also appear in definite noun phrases and the definite one in indefinite noun phrases.
Il presente contributo verte sull’espressione della (in)definitezza in sloveno e in italiano. In sloveno le spie di (in)definitezza si leggono soprattutto implicitamente considerando elementi quali i tratti logico-pragmatici delle entità verbalizzate (l’unicità, l’identificabilità ecc.), le conoscenze extralinguistiche dei partecipanti al discorso, l’ordine dei costituenti, l’anafora e la catafora, e soltanto in misura ristretta in modo esplicito attraverso l’uso dei pronomi e dei pro-aggettivi. In italiano invece, oltre ai modi validi per lo sloveno, la definitezza trova la sua espressione anche nell’articolo. Tuttavia anche lo sloveno dispone di un mezzo linguistico che sembra strettamente correlato con la definitezza: la forma definita ed indefinita dell’aggettivo. Secondo alcuni studi, infatti, la forma definita rappresenterebbe storicamente un tentativo delle lingue slave di sviluppare l’articolo. In questo contributo vengono proposti i risultati di un’analisi atta ad accertare se è possibile tracciare corrispondenze tra la forma (in)definita dell’aggettivo e la (in)definitezza del sintagma in cui funge da attributo. Dal momento che la sensibilità dei parlanti sloveni, data l’assenza dell’articolo, di considerare un sintagma (in)definito è molto ridotta, si è scelto un approccio contrastivo basato su un corpus di testi letterari e non, italiani e sloveni, nonché delle loro traduzioni, in cui l’italiano svolge la funzione di lingua di controllo. Si sono scelti soprattutto i sintagmi in cui comparivano gli aggettivi che dispongono di entrambe le forme e si sono distinti i casi in cui la scelta della forma definita è legata all’espressione del tipo di entità dai casi in cui tale forma è espressione di definitezza. I risultati si esprimono in favore della suddetta correlazione, sebbene la forma indefinita compaia anche in sintagmi definiti e quella definita in sintagmi indefiniti.
Źródło:
Italica Wratislaviensia; 2019, 10.1; 207-232
2084-4514
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Italica Wratislaviensia
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Artykuł
Tytuł:
I possessivi nel croato molisano
Possessives in Molise Croatian
Autorzy:
Peša Matracki, Ivica
Sammartino, Francesca
Powiązania:
https://bibliotekanauki.pl/articles/11541964.pdf
Data publikacji:
2023-06-30
Wydawca:
Wydawnictwo Adam Marszałek
Tematy:
possessives
Molise Croatian
Croatian
Italian
Abruzzo-Molisan variety
possessivi
croato molisano
italiano
croato
varietà abruzzese-molisana
Opis:
Following the proposal in Seiler and Heine, possession is defined in terms of relationship between two entities, called possessor and possessed. Linguistic possession can be of different types: permanent, physical, inalienable, abstract, etc. In Italian and Croatian, possession is expressed by adjectives, pronouns, and prepositional phrases. In Croatian, it can be expressed also by morphological cases. In Italian, possession is rendered with possessive adjectives and pronouns (mia sorella) and the complement of possessive specification (la sorella di Mira). In Croatian, it is expressed equally (moja sestra); with the dative of the personal pronouns (sestra mi); with the possessive adjectives (posvojni pridjev; Mirina sestra); with the double genitive (sestra mojega oca); with the complement of possessive specification in the substandard varieties (sestra od Mire). The contribution investigates the ways to express possession in Molise Croatian, a štokavo-ikavo variety in use in the linguistic island of the Croatian minority in Italy, in Molise, from a contact-linguistics and contrastive perspective. As at all linguistic levels, when indicating ownership, Molise Croatian has conservative, Croatian, and innovative uses and forms, derived from contact with Italian and the Abruzzo-Molisan variety. In Molise Croatian, one can express ownership by using possessive pronouns (posvojne zamjenice/pridjevi; moja sestra); the dative of personal pronouns (sestra mi); the possessive adjective (posvojni pridjev; sestra Mirina); the complement of possessive specification (sestra do Mire); the double genitive (sestra mojoga oca). The main objective of this corpus-based research is to analyse and describe the influence of Italian and of the Abruzzo-Molisan variety on the morphosyntax and the distribution of possessives in Molise Croatian.
Riprendendo l’idea di Seiler e di Heine, il possesso è la relazione che si instaura tra due costituenti, possessore (possessor) e posseduto (possessum). Il possesso linguistico può essere di diverso tipo: permanente, fisico, inalienabile, astratto ecc. Sia in italiano che in croato il possesso è reso con aggettivi, pronomi e sintagmi preposizionali, ma il croato possiede il caso morfologico per esprimere il possesso. In italiano il possesso è reso con gli aggettivi e i pronomi possessivi (mia sorella) e il complemento di specificazione possessiva (la sorella di Mira). In croato esso è espresso ugualmente (moja sestra); con il dativo dei pronomi personali (sestra mi); con l’aggettivo possessivo (cr. posvojni pridjev) (Mirina sestra); con il doppio genitivo possessivo (sestra mojega oca); con il complemento di specificazione possessiva nelle varietà substandard (sestra od Mire). Il contributo indaga i mezzi per esprimere il possesso nel croato molisano, varietà štokavo-ikava in uso nell’isola linguistica della minoranza croata in Italia, in Molise, da una prospettiva contattologica e contrastiva e in base ai dati del corpus. Come a tutti i livelli linguistici, si stabilisce che anche nei mezzi per esprimere il possesso il croato molisano presenta usi e forme conservativi, croati, e innovativi, derivati dal contatto con l’italiano e la varietà abruzzese-molisana. Il possesso nel croato molisano si esprime con i pronomi possessivi (cr. posvojne zamjenice/pridjevi) (moja sestra); il dativo dei pronomi personali (sestra mi); l’aggettivo possessivo (cr. posvojni pridjev) (sestra Mirina); il complemento di specificazione possessiva (sestra do Mire); il doppio genitivo possessivo (sestra mojoga oca). Lo scopo della presente ricerca corpus-based è l’analisi dell’influsso dell’italiano e della varietà abruzzese-molisana sulla morfosintassi e sulla distribuzione dei possessivi nel croato molisano.
Źródło:
Italica Wratislaviensia; 2023, 14.1; 97-119
2084-4514
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Artykuł
Tytuł:
Come si traduce in polacco la perifrasi verbale "stare per" + infinito
Polish Translations of the Italian Verbal Construction "stare per" + infinitive
Autorzy:
Nowakowska, Małgorzata
Powiązania:
https://bibliotekanauki.pl/articles/446483.pdf
Data publikacji:
2019-09-13
Wydawca:
Wydawnictwo Adam Marszałek
Tematy:
prospective aspect
posterior aspect
Italian
Polish
stare per + infinitive
mieć + infinitive
aspetto prospettivo
aspetto imminenziale
italiano
polacco
stare per + infinito
mieć + infinito
Opis:
The Italian verbal construction stare per + infinitive expresses the prospective aspect. This aspectual meaning can be defined in terms of Reichenbach’s theory (1947), which makes use of three points: E (the point of the event), S (the point of speech), and R (the point of reference). The prospective meaning appears when R precedes E and when the position of S is not important. The author of the article examines the possible ways of translating the Italian construction stare per + infinitive into Polish. Unlike Italian, this Slavic language does not have special grams that convey the prospective meaning. Amongst the possible Polish translations, the construction seems to express best the prospective meaning of the Italian stare per + infinitive. Still, this Polish construction has two other readings: a modal one and an evidential one.
La perifrasi verbale stare per + infinito esprime l’aspetto prospettivo. Questo significato aspettuale può esser definito nei termini della teoria di Reichenbach (1947), che prevede l’utilizzo di tre momenti: MA (momento dell’avvenimento), ME (momento dell’enunciazione) e MR (momento di riferimento). Il significato prospettivo appare quando il MR precede il MA e quando la posizione del ME non ha importanza. L’autore di questo articolo esamina i possibili modi di tradurre in polacco la perifrasi verbale italiana stare per + infinito. A differenza dell’italiano, questa lingua slava non ha grammemi che convoglino il significato prospettivo. Tra le possibili traduzioni, la perifrasi verbale sembra esprimere al meglio il significato prospettivo. Inoltre, questa perifrasi verbale polacca ha altri due significati: modale ed evidenziale.
Źródło:
Italica Wratislaviensia; 2019, 10.1; 155-177
2084-4514
Pojawia się w:
Italica Wratislaviensia
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Artykuł
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