L'ultimo redattore del Libro dei Proverbi doveva avere un motivo importante per inserire nel testo di questo libro sacro l'insegnamento di un pagano; proveniente da Massa, chiamato Agur. Dalla sua dottrina possiamo dedurre che egli era un proselita oppure un saggio pagano che conosceva benissimo la tradizione biblica sapienziale: lo fanno capire molte allusioni e riferimenti ai testi biblici deli'Antico Testamento.Il presente articolo e dedicato alla prima parte delle parole di Agur (Pr 30, 1-6), la quale si concentra sulla sua ricerca della sapienza. Essa ha carettere di una testimonianza che viene basata sull'esperienza personale dell'autore. Il testo possiede una struttura raffinata. Inizia con l'autopresentazione di Agur (v. 1a), poi segue il cosidetto enigma dei destinatari secondo l'interpretazione classica del testo ( v. 1b) che, in verita, e una confessione delia faticosa ricerca delia sapienza da parte del saggio. In seguito Agur ammette la sua incapacita di conoscere e di raggiungere la sapienza (vv. 2-3), perche nessun uomo puó conoscerla da solo, basandosi soltanto sulle sue proprie forze (v. 4). Alia fine il sapiente riconosce con umilta che la vera sapienza e contenuta nella Parola di Dio, che e la suprema fonte di essa (vv. 5-6). In questo modo l'insegnamento di Agur si avvicina e sostiene la tradizione biblica sapienziale che identifica la Sapienza con la Parola di Dio (cf. Sir 24,23; Ba 4,1).
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